LA PRIMA PIANTUMAZIONE COLLETTIVA DELL’AGROFORESTA DI XFARM
Un nuovo paesaggio che nasce oggi, recuperando saperi contadini del passato, per aprire nuovi orizzonti e conoscenze alle generazioni che verranno.
SABATO 19 MARZO
Sono le 8:00 del mattino, in cielo le nuvole minacciano pioggia ma oggi no, non ci si può fermare: oggi è la prima giornata di piantumazione collettiva dell’Agroforesta di XFARM e noi siamo già tuttə pronti in campo.
Il momento è arrivato, dopo lunghi mesi di studio, ricerca, progettazione, di cambi di rotta, di nuove importanti alleanze strette. C’è quella con il professor Massimo Monteleone e il team del dipartimento DAFNE dell’Università di Foggia, con cui abbiamo condiviso idee, visioni future e i passi operativi per la realizzazione del primo prototipo di sistema agroforestale a integrazione di un uliveto secolare. C’è anche quella con zeroCO2, startup innovativa impegnata in iniziative di riforestazione ad alto impatto sociale, che ci ha fornito le nuove piante che stiamo per mettere a dimora nei terreni di XFARM. Il momento è arrivato e la pioggia, a dirla tutta, con il sole che ogni tanto fa capolino dalle nubi scure, inonda di una luce quasi incantata il campo pronto con i solchi scavati, le sue nuove abitanti in attesa di mettere radici, e le persone che adesso iniziano a spuntare tra i muretti a secco e l’imbocco del viottolo. L’ettaro di terra che sta per diventare agroforesta brulica già di biodiversità.
Lo sappiamo tuttə in fondo, non siamo qui soltanto per piantare alberi, siamo qui anche per costruire nuovi rituali, quello delle nostre mani che con gesti antichi affonderemo nel suolo per accompagnare le piante, il rituale di un nuovo luogo che sta nascendo per tuttə e con la cura di tuttə, che si aprirà ad altri passaggi e incontri, e il rituale infine che ci connette a questa terra, alla quale dedichiamo le nostre energie per rigenerarla e restituirle la ricchezza tolta.
Su questo ettaro di terreno, gli ulivi secolari esistenti, già minacciati dall’avanzata della xylella, non vengono eliminati ma anzi inseriti all’interno di un sistema consociativo e dinamico che mette insieme funzioni agricole, forestali e zootecniche, emulando il funzionamento naturale di boschi e foreste. La presenza di altre colture, infatti, non soltanto reintegra microrganismi e animali distrutti dalla monocoltura olivicola, ma garantisce anche al suolo la capacità di rigenerarsi e di costruire il proprio sistema immunitario. Inserite in un ecosistema più resiliente e biodiverso, anche le piante di olivo cresceranno sane e dunque più capaci di debellare loro stesse il batterio causa del disseccamento rapido. Recuperare l’antico ecosistema di macchia mediterranea, quella che da queste parti sempre è cresciuta a proteggere e nutrire la terra, per farne la base di nuovi slanci verso il futuro, recuperare ciò che è andato dimenticato sotto l’imposizione di un certo modello di agricoltura, per superarne il fallimento e orientarsi verso altri paradigmi di sostenibilità.
Un sogno? In parte sì, quello di Jacopo, il nostro ecologo globetrotter, che ha coordinato la progettazione dell’Agroforesta di XFARM a partire dalle prime mosse, durante il percorso di Scuola Radicale, fino agli sviluppi attuali insieme a DAFNE e zeroCO2, e che sin dagli anni universitari in Olanda immaginava di poter realizzare un sistema agroforestale come risposta tangibile alle sfide ecologiche globali.
Ma XFARM è anche questo, un micromondo fatto di persone e delle loro idee, di sogni personali che possono essere condivisi e messi in gioco, diventando impegno comune, lavoro, ricerca o addirittura una vera e propria sperimentazione in campo. Ed eccoci dunque qui, pronti a disegnare un altro paesaggio, un paesaggio che può cambiare, emancipandosi dalle narrazioni che lo vogliono limitato ad una sola coltura e ad una sola cultura. Un paesaggio che nasce oggi, recuperando saperi contadini del passato, per aprire nuovi orizzonti e conoscenze alle generazioni che verranno.
La primavera appena iniziata ci sfida con le sue burle metereologiche ma è ora di cominciare. Il team XFARM è più carico che mai, schierati in campo Buqe, Dylaver, Zamane, Ivana, Samuel, Chucks, Marco, Giacomo capitanatə da Jacopo. La mappa del progetto passa di mano in mano per controllare la collocazione delle nuove piante, ma è Jacopo a elargire indicazioni da ogni parte: fichi lì, gelsi là, lentisco aspetta perché forse va messo laggiù più in fondo, e questa pietra proprio qui? Dobbiamo adattarci, il carrubo mettilo lì. Le piantine sono ora tutte sistemate lungo i filari, diverse varietà di alberi da frutto, fichi, gelsi ma anche peri, giuggioli, melograni e corbezzoli, e piante forestali come carrubi, lentischi, lecci. Prepariamo attrezzi e materiali per la piantumazione, sistemiamo i paletti per indicare la posizione degli alberelli, infine il compost per la concimazione. C’è tutto! Si parte!
Eh no! Non esiste squadra completa senza le più di 50 persone di ogni età e provenienza che sono arrivate per dare il proprio contributo alla piantumazione. Amicə di vecchia data e nuove conoscenze iniziano ora ad affollarsi tra i solchi scavati e gli alberi. Nell’aria che profuma di terra bagnata ed erba, aleggia un’energia viva, raggiante, di festa. Tuttə scalpitano per mettersi al lavoro, giusto il tempo di dare un paio di direttive per la piantumazione e ai blocchi di partenza: READY SET GO!
Ora è tutto un turbinio di mani e vanghe che scavano, terra che vola da ogni parte, carriole che portano alberi, bambini che si rotolano tra i filari, urla per chiedere un gelso mancante e scrosci di risate, il lavoro di squadra e gli abbracci quando una nuova pianta prende dimora nel terreno.
Arrivano i rinforzi, le bambine e i bambini di SOUx Ostuni giubilanti e vigorosə, tuttə reclamano il proprio alberello da piantare, hanno le scarpe avvolte da borse per non sporcarsi troppo ma non vedono l’ora di buttarsi nel fango! Jacopo mostra la mappa, gli attrezzi, come scavare e come sistemare le piante, ma la lezione è presto finita! Adesso tuttə a mettere le mani nella terra!
Scocca l’ora del pranzo, annunciata dall’arrivo del pandino rombante di Kedy e Nana, le ragazze di Cozinha Nomade, le nostre cuoche nomadi di oggi. Ci sediamo nel prato, tra i vecchi ulivi e le giovani arrivate, quasi ci sentissimo già anche noi parte di questo nuovo ecosistema, questo nuovo equilibrio umano e vegetale insieme.
Mangiamo con calma, qualcunə chiacchiera, qualcun altrə si concede un breve sonnellino appoggiato ad un tronco, il sole a singhiozzo e il buon vino scaldano corpo e spirito. Siamo prontə a ripartire. No aspetta, è il momento della foto di gruppo! Ci siamo tuttə? Ora la piantumazione ricomincia e ovunque ti sposti nelle zone del campo, puoi sentire musica, canti e parole di ogni genere riecheggiare tra i filari. Se questo non è un ecosistema biodiverso!
I lavori proseguono fino a quando la luce si affievolisce lentamente, ma sembra quasi che la stanchezza non sia avvertita, che nessun voglia fermarsi finché ci sono ancora alberi da piantare e la squadra è in campo. Questo senso di condivisione ci riempie di soddisfazione: questa sì che è stata una piantumazione collettiva! Così si conclude la prima giornata, con grandi sorrisi e l’appuntamento alla mattina dopo.
DOMENICA 20 MARZO
Sono le 9:00 in punto ed eccoci qui, equipaggiatə di guanti e stivali, prontə a portare a termine la realizzazione del primo ettaro di agroforesta. Oggi il sole partecipa alla festa a pieno titolo e i lavori procedono fluidamente mettendo a dimora anche gli ultimi alberi.
Arriva l’ora del cippato! Il container scarica cumuli di legno ridotto in scaglie che spargiamo come pacciamatura alla base degli alberi, a riprodurre il suolo del bosco che funziona come spugna per trattenere l’acqua e come copertura per mantenere la temperatura costante. Che grande meraviglia il suolo e il sottosuolo! Ad ogni nuova attività, tuttə sollevano gli occhi con curiosità per non perdersi nemmeno un passaggio.
Sono le 12:00, zappe e vanghe si fermano. Inizia la presentazione del progetto in presenza del Sindaco della città di San Vito dei Normanni, Silvana Errico, e del professor Monteleone. Siamo tuttə riunitə in religioso silenzio ad ascoltare le parole che sanciscono ufficialmente, quasi fino ad ora non ce ne fossimo accortə così presi dall’ebbrezza della piantumazione, la nascita dell’Agroforesta di XFARM e l’apertura del suo parco alla comunità di questo territorio.
La performance “Io sono Pianta” di Anna Pinto ci trattiene all’interno di questa dimensione rituale, i rami possenti dell’ulivo secolare la sostengono e tutt’intorno persone e giovani piante partecipano insieme di questo momento così solenne.
Soltanto il rombo del pandino di Cozinha Nomade riesce a risvegliarci. Significa una cosa sola, è arrivato il buon cibo e la festa è iniziata!
[Sara Paganini]