L’ESC DI PABLO A XFARM AGRICOLTURA PROSSIMA
Da Mexico City a San Vito dei Normanni, Pablo racconta i suoi sei mesi di volontariato ESC con XFARM, tra agricoltura rigenerativa e nuove comunità.
Mi chiamo Pablo Ruiz Naime, sono messicano e ho passaporto spagnolo. Nasco a Mexico City il 9 maggio 1993, mi laureo nel 2016 con un Bachelor Degree in International Relations, dopo il quale, a 23 anni, decido di partire per l’Europa alla ricerca di nuove scoperte e nuovi orizzonti da esplorare. Giungo in Olanda nel 2016, da lì mi sposto a Gent, in Belgio, dove mi iscrivo ad un corso magistrale in Conflict and Development, grazie al quale entro per la prima volta in contatto con il mondo dell’agricoltura sociale.
Grazie al mio percorso universitario, inizio subito a sentire un senso di appartenenza a quei valori e a quella missione. Decido di dedicare la mia tesi finale allo studio del significato della terra per i contadini fiamminghi impegnati in progetti di agro-ecologia e sviluppo rurale. Continuo tuttavia a sentire l’esigenza di spingermi oltre, di fare di più e contribuire ad iniziative che abbiano un reale impatto.
È così che poco prima di laurearmi decido di iniziare a cercare sul sito di ESC – European Solidarity Corps – un progetto che mi permetta di approfondire a livello pratico il mondo dell’agricoltura sociale e organica. Vengo immediatamente affascinato dalla presentazione di XFARM Agricoltura prossima in Puglia, a San Vito dei Normanni. Mi spinge il desiderio di tornare in Italia – dove ho vissuto e lavorato qualche mese a Verona, è lì che ho imparato l’italiano – ma soprattutto l’interesse verso una realtà tanto unica e realmente impegnata, giorno dopo giorno, a creare alternative per un’agricoltura in armonia con l’ambiente, le persone e le comunità.
XFARM è un’azienda agricola multifunzionale estesa su 50 ettari confiscati alla mafia, gestita dalla Cooperativa sociale Qualcosa di Diverso secondo i principi dell’agricoltura sociale, organica e rigenerativa, con l’obiettivo di ristabilire ecosistemi naturali fondati sull’equilibrio tra la natura e l’azione umana. Mi innamoro del progetto che mi pare la combinazione ideale tra iniziative di sviluppo rurale e innovazione sociale. Sono agitato quando faccio il colloquio via Skype perché tengo moltissimo ad essere scelto e ad avere l’occasione di partecipare a questo progetto.
Arriva la comunicazione, mi hanno selezionato. Parto alla volta del piccolo paesino in provincia di Brindisi ed è lì, a San Vito dei Normanni, che inizio a trascorrere i miei sei mesi di ESC. San Vito dei Normanni è un paese piccolo e per molti sconosciuto ma dove la voglia di cambiare e di fare le cose in modo diverso spinge fortemente. Mi sento fortunato ad essere diventato parte di quest’onda di cambiamento. Insieme al gruppo di XFARM e alla cooperativa che la gestisce, vengo a conoscenza di numerose iniziative stimolanti e partecipo a tanti dei progetti di agricoltura sociale che XFARM realizza sui suoi terreni.
Il progetto principale al quale mi dedico durante tutta la mia permanenza in Puglia è quello dell’Orto comune, realizzato secondo il modello delle CSA (Community Supported Agriculture), che ho già avuto modo di studiare e visitare in Belgio. L’Orto Comune di XFARM ha come scopo la creazione di una comunità che sostiene la produzione orticola e il lavoro degli agricoltori in campo versando una quota all’inizio della stagiona produttiva, diventando socie e soci e partecipando dunque internamente ai processi produttivi e decisionali. L’idea alla base è quella creare un legame tra consumatori/consumatrici e l’azienda agricola, offrendo verdure biologiche, locali e prodotte in modo sostenibile, al tempo stesso rafforzando i legami sociali tra le persone e creando opportunità di lavoro giustamente retribuito in agricoltura. Questo genere di modelli produttivi promuove la sovranità alimentare e l’agro-ecologia.
Durante il tempo trascorso in Puglia ho anche l’opportunità di prendere parte a due campi estivi per ragazzi e ragazze, organizzati da XFARM sui terreni confiscati. Il primo è il campo di impegno e formazione E!State Liberi, realizzato in collaborazione con Libera, la rete italiana di associazioni, movimenti e gruppi impegnati in attività di contrasto alle mafie e per la giustizia sociale, e dedicato a ragazze e ragazzi tra i 14 e i 17 anni.
Il secondo, “Crescente”, è parte di un più ampio progetto promosso dalla Cooperativa Qualcosa di Diverso, “100 Esperienze da fare prima di diventare grandi”, allo scopo di sostenere attività educative e artistiche per bambine e bambini di diverse fasce di età. Durante la settimana di campo, un gruppo di ragazzine e i ragazzini tra i 9 a 12 anni, immagina insieme il significato di educazione all’aperto e crea un’aula sotto gli ulivi dipingendo vecchi banchi e sedie di scuola con il supporto di un collettivo di artisti pugliesi specializzati in street art. L’importanza di organizzare esperienze come queste, coinvolgendo e portando giovani di ogni età sui terreni confiscati e riconvertiti in luoghi di socialità e giustizia, è quella di trasmettere messaggi di comunità, incentivare l’attenzione sulle questioni ecologiche e stimolare un senso di responsabilità sociale in ragazze e ragazzi del territorio ma anche provenienti da tutta Italia. Posso confermare di aver visto con i miei occhi legami molto belli crearsi tra i partecipanti e le partecipanti.
Accanto ai diversi progetti stimolanti, anche sul fronte personale l’esperienza è entusiasmante. Mi trovo molto bene sia in Italia che all’interno del gruppo di lavoro. Mi sento coinvolto nei processi decisionali e organizzativi e questo mi permette di imparare molto in poco tempo. Uno dei miei momenti preferiti è il Manifesto SuperCamp, un festival di una settimana organizzato da XFARM in agosto con l’obiettivo di creare uno spazio di incontro e confronto sui temi dell’agro-ecologia e dell’agricoltura rigenerativa. L’edizione di quest’anno si articola intorno a tre diversi laboratori: la costruzione di una capanna sudatoria con materiali naturali e tecniche di bioedilizia curato dagli architetti di LAN (Laboratorio di Architettura Naturale); la creazione di software e hardware per la raccolta e analisi dati in ambito agricolo guidato dagli hacker de La Scuola Open Source; un laboratorio di progettazione e costruzione di un braciere per la produzione di biochar sotto la guida di Mattia Pantaleoni de l’Onda Fertile. È una settimana intensa e bellissima, conosco bellissime persone, campeggiamo sotto gli ulivi, condividiamo le giornate e il lavoro, discutiamo di ogni genere di argomento ma anche balliamo sotto la pioggia e facciamo festa intorno al falò fino all’alba.
Un altro aspetto di questa esperienza che porto con me è quello del lavoro in campo, in particolare della vendemmia e della raccolta delle olive. La vendemmia è un lavoro molto interessante che desideravo imparare e fare da tanto tempo. Tra le viti si fatica mentre si canta tutti insieme, si parla, si scherza, si ride, si creano nuovi legami con i colleghi e le colleghe. Sono dieci giorni di lavoro arduo ma di grande soddisfazione. La raccolta delle olive è un’altra cosa, è più impegnativa, dura più a lungo ma lascia ugualmente moltissima soddisfazione. Con le olive XFARM produce un olio extra vergine di grande qualità chiamato Olio Manifesto, che vuole, come dice il suo nome, essere un manifesto delle buone pratiche agricole e sociali dell’azienda agricola.
Dopo questi sei mesi, porto con me tutte queste esperienze di sviluppo professionale e personale, ma soprattutto porto con me tutte le belle persone che ho conosciuto e che si sforzano ogni giorno di cambiare le cose e lavorare per ciò che è giusto, per le persone, per l’ambiente e per la comunità.
Ringrazio tanto Marco, Ginevra, Roberto, Anna, Martina, Sara, Jacopino, Dylaver, Buqe e tutta la squadra in campo di XFARM per avermi accolto nella loro famiglia.
Pablo